Thursday, October 18, 2007

So...I think... - Così...io penso...

Sono alle prese con una degna accolita della famigerata autrice della più eccelsa interpretazione mai ascoltata nella storia. Elasticità mentale: zero. Comprensione (o volontà di comprensione) del testo da tradurre: zero. Finirò per vomitare, lo sento.

Wednesday, October 17, 2007

Un pezzo di...

In fretta e furia perché ho solo il tempo di respirare.
Primo parto dell'opera omnia (si fa per dire) "La zappa sui piedi (invece che in spalla)"
È proprio nuova nuova, mi ero ripromessa di far decantare le perle ma proprio non si può.
Traduzione di "a piece of equipment": un pezzo di apparecchiatura (testuale).
Giuro!

Friday, June 22, 2007

No, non mi sono dimenticata della mia promessa di illustrare pubblicamente il fior fiore della (inco)scienza della traduzione che è passata sotto le mie mani...solo faccio decantare un po' le cose.
Sono piuttosto incasinata di lavoro al presente e comincio ad averne piene le palle.
Ebbene, se continuo con queste tariffe qui più di 4000 non si posson fare, a meno che non voglia farmi ricoverare alla neuro a tutti i costi.
Urge quindi il ritocco di tariffa. Con le dovute decenze e diplomazie, s'intende.
Per il resto, le cose vanno meglio (caro diario). In famiglia. Ma famiglia stretta.
Mio fratello sta male, è stato operato. La diagnosi naturalmente fra una decina di giorni (una specie di limbo suppongo). Anch'io ho fatto una biopsia una volta, adesso non mi ricordo quanto mi hanno fatto aspettare. Sembra che sia passato un secolo, in fondo sono 7 anni.
Il cancro non ha mai toccato la mia famiglia, se non di striscio. Ci mancherebbe solo questo.
Ma insomma, è possibile che uno non possa vivere qualche anno in santa pace?
Se succedesse qualcosa a mio fratello, io sarei l'unica superstite della famiglia.
Mi fa un po' senso, non ci voglio pensare.

Siamo andati alla festa di fine anno della scuola di Chiara. Una cosa abominevole. L'unico aspetto positivo era che si stava all'aperto, almeno l'effetto "rimbombo" ce lo siamo risparmiato. Per il resto, una noia mortale. Reciproca, direi. Qualche mamma pure un po' stronza con me, forse perché faccio "la preziosa", perché non mi fermo a cazzeggiare tutti i santi giovedì dopo la piscina. Mi dispiace, io lavoro. Voi fare le putiare e le nullafacenti, io mi rompo il culo. Anzi, me lo appiattisco. Voi state lì con i vostri principini, li riempite di patatine gelati e caramelle (tranne quando non vi vomitano in piscina, allora li mettete a pane e acqua). Voi parlate di depilazione alle sopracciglia, manicure pedicure e programmi televisivi, a me vengono due maroni così.

Che disastro la mia vita di società! ;-)

Monday, May 07, 2007

Senza pietà

Ebbene, ora mi sono scocciata.
Non dico di essere onnisciente.
Ma certe cazzate non mi vengono in mente, men che meno le scrivo.
È giunto il momento di sputtanare chi fa il mio stesso lavoro, e lo FA MALE.
A presto.

Thursday, April 26, 2007

Mi sa che una di queste volte (o quelle volte) mi faccio un gap month a Londra dai miei cognati e lascio marito e figlia pining e inconsolabili (si fa per dire, se la godrebbero un mondo senza di me).
Oggi fortunatamente il tempo non mi ha tradito, perche' (ecchemminchia queste tastiere anglofone) altrimenti mi impiccavo. Sono passati 27 anni, ventisette anni da quando venni qui la prima volta (anzi la seconda a dirla proprio tutta, ma i viaggi con la scuola hanno altri significati). E in 27 anni hai voglia di cambiamenti di clima, di flussi migratori e di lifestyle.
E domani altri ricordi, altri immorbidimenti della psiche a Brighton (ventiquattro anni).

Chi l'avrebbe detto che mi sarei ritrovata in questa stanza, dopo questi anni, con una piccola bertuccia monellina e un uomo che non mi ama piu' ma che e' riuscito a darmi piu' di quanto lui possa immaginare? E adesso e' cosi' distante e indifferente a quello che sono che l'unica cosa che mi aspetto sono le corna che prima o poi mi fara'?
Forse quando accadra' non mi turbero' piu' di tanto, lo seppelliro' fra le mille paranoie che mi sono fatta, cosi' come non mi turba piu' la sua indifferenza e la sua scusa piu' banale, sciocca e tristemente sincera: "I'm tired".
Sapessi io. E da quanto, poi.