Friday, October 29, 2004

Ehoh!
Non che abbia granché da dire. Solo che alle otto e venti di mattina, con un marito già fuori di casa per motivi di lavoro (bestemmiante, anche) e una figlia ancora tra le braccia di Morfeo, una magari un po' di tempo lo trova.
Ho avuto per le mani un lavoro che mi ha fatto tanto ricordare il mio luogo natio (merda) e che mi ha fatto capire quanto sono fortunata a lavorare con gente non italiana. Per la serie: ti mandiamo 10-15 cartelle (poi in realtà sono 15), ce la fai in tre giorni? sì? meraviglioso! ma quanto sei brava! allora nel frattempo se troviamo qualche altro stronzo che ha voglia di farsi tradurre le sue pippe, che fa, approfittiamo?
Morale della favola: le cartelle sono diventate 18, e ieri aspettavano un'altra scheda (doveva arrivare "in serata, speriamo").
Naturalmente coinvolgo Mark perché l'occhiata di un madre lingua è sempre benedetta. È rimasto alzato fino a mezzanotte e mezza e oggi doveva scaricare tutto il ben di dio a Firenze perché cominciano quest'altro cantiere. Tantamount to saying: se vuole divorziare, te la sei cercata. Poco c'è mancato. Ma lui mi dice sempre di accettare tutto, e allora? Io avrei fatto meglio a non accettare.
Cmq, adesso rimando queste pippe al mittente con tante belle cose, e l'ultima scheda se la traducono loro, ché oggi è venerdì, c'ho palestra, ho un raffreddore da paura, piove che Dio la manda, il cesso è otturato, Mark stasera sarà distrutto e incazzato come una bestia, e io già alle otto e mezza di mattina c'avessi due palle sarebbero due mongolfiere.

Monday, October 25, 2004

Non so se riuscirò a continuare a scrivere. Mi fa un certo effetto avere creato un blog. La cosa è stata del tutto accidentale, e comunque avverto un certo pudore a parlare di me e di quello che mi succede.
Parto per confronti: ho leggiucchiato un paio di blog di gente che sta all'estero e sicuramente fa una vita molto più eventful di me, se non altro perché parla di altre culture. Io sono qui a Prato e non è che sia un luogo memorable. Sicuramente, dal punto di vista culturale, è molto diverso dal mio di origine (siciliana sono). Comunque ormai sono qui da un anno e mezzo e quando me ne andrò, più o meno a febbraio credo, proverò un certo dolore. Perché io sono così, all'inizio mi scazzo ma poi mi affeziono, mi piace la routine, almeno una certa routine, una certa sicurezza, e non è l'età, ché 'sta cosa l'ho sempre avuta. Avere uno schema giornaliero mi aiuta a non perdere lo schema nella mia testa.
Ma basta adesso. Forse scriverò ancora. Se riesco a superare l'orrido effetto che questi caratteri mi faranno sullo schermo del mio computer...