Thursday, December 22, 2005

Micio bello e bamboccione (con De Andrè in sottofondo)

Dubbio: ma l'accento in andrè sarà acuto o grave?
Sono viva. Rincoglionita sì, ma viva.
Adesso mi accingo a dilapidare un altro pezzetto dei soldoni così dolorosamente faticosamente trionfalmente (vedi qui, almeno finché non lo cambiano) guadagnati.
Poi, tra quarantott'ore, sono in terra d'Albione. Bacerò il britannico suolo per la contentezza. Inspirerò l'aria umida. Sentirò l'amato idioma. Ah!
Con la speranza di bloggare presto.
L.
anzi, T.

Tuesday, November 15, 2005

Ci sono

Solo che troppe cose per la testa.
In questo periodo uso solo la parola "cosa", oltre a qualche deittico tuttofare.
Non so se valga la pena illustrare approfonditamente le caratteristiche del mio attacco afasico.
Dura da diversi giorni e comincia a preoccuparmi.
Per fortuna che le dita sulla tastiera le muovo ancora con una qualche scioltezza.

Monday, August 08, 2005

Per come sono fatta io, la nostalgia è il mio pane quotidiano. Oddio, adesso esagero (come sempre). Diciamo non quotidiano, ma qualcosa in cui crogiolarmi senza ritegno ogni volta che se ne offre l'occasione.
Devo dire però che quella di Prato non è propriamente nostalgia. Mentre sgobbo davanti al computer (ecco, il caro elettrodomestico è in piena crisi di identità, dato che ora vi accedo sotto innumerevoli epiteti per evitargli inutili seccature - ma creandone a me, naturalmente, - in questo momento la sua CPU rumoreggia un non so checcazzo, dato che non ci sto mettendo assolutamente mano, perché sono davanti a quello di Mark) e come al solito mi isolo dal mondo, al momento di rientrare alla base mi sembra ancora di averci davanti la finestra, e invece non è così. E alcune volte, affogata come sono in questa casetta che straripa di roba, mi sembra di sentirmi attorno lo spazio della casa di Prato.
Mi dispiace essere andata via. Al parco sento queste nenie romanesche e mi viene la nausea. Credevo che avrei sofferto di più, ma il fatto di essere a Roma in agosto aiuta un po' a riabituarsi alla grande città a gradi, senza essere sparati nel caos metropolitano più insopportabile dopo due anni di placida provincia. Ci sono questi sprazzi di pensieri nascosti, di sensazioni sottili. L'idea che più vado avanti più mi mancherà. Eppure non era bella e non era attraente. Ma si faceva accettare e ti accettava e io ormai ne facevo parte.
Diventerà così anche per Roma?

Wednesday, August 03, 2005

Meno male che un po' il caldo è passato.
Dopo aver sborsato la fenomenale (per me porella) cifra di seddecendooddanda euri mi ritrovo con l'infante piedi piedi e una gran voglia di scrollarmela dalle palle. Perché, ben s'intende, per tutto ero/sono nata tranne che per fa' la mammina. E dire che la mia fecondità (tempi che furono) rischiò di diventare quasi proverbiale: tre rapporti non protetti nella vita = due gravidanze. Viva.
Credo che ci sia quasi una legge del contrappasso, in questo. Sono contornata da gente poco fertile, che farebbe carte false per avere dei fantolini da accudire (con le leggi che corrono poi c'è poco da stare allegri). Che la prima cosa che mi dice al telefono è: come sta Chiara? Che riesce a fare ingurgitare a mia figlia - la più inappetente carogna con cui abbia mai avuto a che fare (fatta eccezione per me stessa, forse, ihihihihih) - un'intera fetta di carne con scherzi e frizzi e lazzi vari da sfiancare qualunque essere (più o meno) umano.
E non può avere figli.
Io invece non ho pazienza. Né interesse.
Mi auguro solo (e lo auguro a mia figlia) di non procurare troppi danni.

Monday, July 25, 2005

Sono ridiventata romana e sono decisamente fuori. Ricomincio i miei pretestuosi palleggiamenti di umore, le lamentazioni perenni e farfugliate, con Mark che si incazza di brutto e qualche volta mi farà piangere.
Neanche il molto lavoro mi assicura una pace interiore, ché il problema di una figlia treenne sul groppone, con incipienti segnali di nevrosi e anoressia, mi rende tutto incommensurabilmente difficile.
In compenso sono ritornata a vivere in una delle più belle città del mondo.
La casa che fino a due anni fa mi sembrava mia, ora mi sembra solo e soltanto di Mark.
Le nostre due galassie si muovono in direzioni diametralmente opposte, schizzate verso un esterno senza fine da questo big bang che non so assolutamente localizzare nel tempo. E' accaduto a Roma? A Prato? In Australia? Prima della nascita della bambina?
Che sia successo, non ho dubbi. Sui motivi, ancora li ignoro. Suppongo che sia più un accavallarsi e un accumularsi di sensazioni e situazioni. Comunque ne ho fin qua, e adesso non mi resta che aspettare l'ormone panaceo, e sperare che avvenga il miracolo.
Roma comunque è molto bella perché i romani sono tutti al mare o chissaddove e non si sente un "ahò" per miglia e miglia.
Vorrei tanto ritornare indietro e ricominciare daccapo.
Mai tralasciare il primo intuito. Mai.

Friday, July 08, 2005

Forse un giorno riuscirò a scrivere di cose che non siano le mie paturnie più o meno quotidiane, forse lascerò nella rete qualcosa che valga la pena di leggere, in questa rete che è presenza costante nella mia vita, mi fa vedere le foto orribili degli attentati di Londra, mi dice come tradurre "retrocollective" in italiano, mi riempie di vermetti e chissà cos'altro, mi dà lavoro, noia, assuefazione, ecc. ecc. ecc.

Tuesday, June 28, 2005

Non avendo la sottoscritta vissuto mai una sindrome premestruale, che è quella cosa di cui milioni di donne pretendono di soffrire, e che sembra costituire una ciclica presenza nelle loro vite, ammorbandole già più di quanto non lo siano le vite da donna, questo mio sdoppiamento -- nei momenti in cui ridivento una Dr Jekyll consapevole della propria duplicità -- comincia a farmi paura. Anche perché la mia PMS non è mai stata una roba mensile, ma addirittura settimanale e da qualche giorno a questa parte oserei dire quasi oraria. Una specie di interval PMS.
Così si va in manicomio. Non solo io, ma anche i miei due famigliari due, che cominciano a nutrire seri dubbi sul mio stato psichico (Mark in modo ormai conclamato, Chiara ancora con qualche perplessità, del resto giustificabile trattandosi ancora di irragionevole marmocchia).
Tralasciato il tentativo di dare un colpetto di acceleratore alle mie gonadi, ormai inesorabilmente esaurite, passiamo alla "sostitutiva", e che Dio me la mandi buona.
Però dovrò aspettare altre due settimane, perché la mia gynecologist ha ritenuto opportuno farsi una vacanza. Troppo stress, tutte 'ste donne arraggiate che chiedono pietà.

Friday, June 24, 2005

Non dormo, stanotte.
Sarà tutto questo veleno che mi ha messo in corpo questa lunga storia del Catalogo-Senza-Fine.
Sarà che siamo al 24 giugno e io questo mese ho fatturato euro 18 (facendo un sommario calcolo al netto di tasse e altri vari cazzi).
Sarà che più vado avanti (così) e più ho voglia di tornare indietro (non colì, possibilmente).
Ma tutto è vano.
Rincorro una ginecologa che dall'inizio dell'anno -- diciamo pure l'anno scorso -- avrebbe dovuto darmi qualcosa per farmi rinsavire, progesterone o estrogeni che siano. Qualsiasi cosa, ma non questo.
Invece sono qui con l'insonnia da menopausa e andasse affanculo anche lei e tutti gli endocrinologi che sostengono che la menopausa precoce "non esiste". Come non esiste l'appendicite cronica, come non esiste il medico intelligente e intuitivo, ma il coglione pieno di tenets del cazzo.
Mi sento sempre più fragile e sottile.
Che ne sarà di me? Ma non sarebbe stata meglio una vita da casalinga colta, oppure da impiegata regionale, oppure da glossarista in terra d'albione?

Thursday, June 23, 2005

e allora vaffanculo

Questi blog degli altri mi hanno rotto il cazzo. Sono pieni di troiani.
Oltretutto in questo momento per le mani ho una pezza di merda che sostiene di non avere ricevuto un plico che le ho mandato lunedì per posta celere, la stronza bastarda - 8,50 euro per non avere rotti i coglioni - mentre la povera testa di cazzo non sa che le pessime poste italiane adesso ti fanno il servizio stile DHL e puoi sapere se il pacco che hai mandato è arrivato o meno. Quindi il pacco è arrivato martedì mattina, e la troia mente sapendo di mentire.
Non so se sputtanarla alla grande domattina oppure mandarla affanculo nel silenzio.
Non applico le mezze misure, e se questa continua ad aizzare, aizza a suo rischio e pericolo.
È proprio povera e mi fa davvero schifo.

Wednesday, June 22, 2005

La finestra sul cortile

Adesso che fa caldo è molto più facile vedere le case della gente. Qui a Praho è ancora più facile perché pradigamende vivo a due metri max dalle case di fronte, e non c'è molto spazio per la fantasia. Riesco a intravedere televisioni accese ventiquattr'ore su ventiquattro (o quasi), cucine con quei bei (?) tavoli bianchi in laminato, artistici quadri con fantasie floreali, pareti da salotto ambiziosamente decorate, cessi con artigianali ghirigori di specchietti sul muro, tappeti da quattro soldi su pavimenti di finto cotto, soavi portalampada in vetro rosso, armadioni della nonna, panciute gambe di poltrone e, se passassi un po' più la vita davanti a una finestra invece che davanti a un computer, probabilmente ci vedrei molto di più.
Magari anche gli abitanti che potrebbero dirmi "ma che cazzo hai da guardare?"
Questo per dire che uno dei miei passatempi preferiti è guardare nelle case degli altri. Ma non per farmi gli affari degli altri. Anzi, vedere cosa fa la gente non mi frega una mazza. Mi piace vedere gli oggetti che ci sono dentro. Immaginare come sono "fatte" le case.

Tuesday, June 21, 2005

Rediviva

Non mi ci vedo proprio nella blogger scatenata.
È che ho troppe cose da fare, molto più interessanti che scrivere un blog, soprattutto un blog scarno scarno e po'rino come il mio, ché mi scoccia pure persino pensare di potere dargli un tocco di originalità.
Molto più interessanti... (???)
E poi stiamo entrando nella fase funerea: abbandono e trasloco. Abbandono di casa, solo quello, per carità. PEr altri tipi di abbandoni, mi sembra prematuro. Almeno da parte mia. Credo anche da parte altrui.
L'abbandono da Prato mi stringe il cuore, chi l'avrebbe mai detto? Per una città così pallida e noiosa. Ma placida, e silente, e verde dalle colline piene di alberi (che alberi saranno? sarebbe stato meglio che dire "alberi").
Cosa c'è di meglio che avere una tana in una città così, per una che chiede solo di diventare vecchia in santa pace.
E poi magari di tanto in tanto prendere un qualsiasi mezzo di trasporto e farsi un periodo n'importe où.
E poi ritornare a Prato, a Prato, a Prato.

Friday, May 13, 2005

Allora, ricapitoliamo:
1° cliente: non riceve una mia fattura di febbraio...ne riceve un'altra di marzo ma non me la paga ad aprile, perché nel frattempo ad aprile ri-riceve da me quella di febbraio e quindi deve pagare prima quella di febbraio, ma poiché l'ha ricevuta ad aprile me la pagherà a fine maggio...e quella di marzo (che è anche più corposa)? Boh...
Nel frattempo ho un'altra fattura ancora ancora più corposa che sto per emettere.
2° cliente: lavoro di febbraio (sally la porca, per intenderci) mai pagato perché DIMENTICATO, nonostante la persona in charge abbia ricevuto il mio consuntivo a marzo -- prova ne sia che un altro lavoro è stato messo in pagamento e questo no. Affinché la mia meschina e afflitta e ormai squattrinata cronica persona possa usufruire di questo credito mi viene detto molto carinamente per telefono che dovrei recarmi IO nei loro uffici per trasportare un fantomatico "cartellino" da un piano all'altro...per me possono stare freschi, non pago 60 euro di treno più due ore e passa del mio prezioso tempo su quattro autobus da casa mia a Monteverde per fare quello che dovrebbero far loro...la telefonata si è chiusa con un po' di acredine, naturalmente.
Ah, quanto poi al secondo lavoro, proprio un'ora fa sono andata alla posta a ritirare l'assicurata. Naturalmente, non la trovano.
3° cliente: Soprintendenza ai BBAACC...e ho detto tutto. Meno male che ho un'erede legittima.
4° cliente: di solito buoni pagatori, se la stanno minando a duecentocinquanta mani per inviarmi un cazzo di nuovo TA, che sta per Translation Agreemtent, dopo avermi avvertita che il precedente non è più valido perché hanno dovuto cambiare job number. Sto facendo "i filini" (leggi: ragnatele) messa qui ad aspettare.

Total due: oltre 4600 euro.
Scoperto in banca: 640 euro.

Viaggio a Lourdes (or Fatima or wherever there's some Madonna): imminente.

Thursday, May 12, 2005

'ao

It's just a dark night e io sono qui a menarmela con il computer, la sacra famiglia dormiente (e anche discretamente russante).
La mente intorpidita dal troppo poco daffare intellettivo (lavoro zero, o meglio, lavoro sì ma pagato da fame + due palle = fanculo) e dal molto daffare manuale (figlia a casa, qualche virtuosa attività domestica, un pizzico di giardinaggio).
Siamo ancora a Prato e ci resteremo almeno fino alla fine dell'anno.
Detto così sa di sentenza, invece non mi dispiace affatto, anche se a quanto pare dovremo traslocare al piano di sopra, con tutto ciò che comporta: addio lavastoviglie, fine del terrazzino, convivenza forzata, ecc. ecc. ecc. Non mi dilungo sui disagi.

In tutto questo, non riesco a ficcarmi in testa che devo mettermi a dieta, altrimenti recupero del tutto quei miseri tre chiletti che sono riuscita a perdere non so neanch'io come, e torno con quella bella panza e mi riscompare il girovita.

Vanna mi ha scritto un'email proponendomi un lavoro -- ci crederò quando mi vedrò mandare il testo -- e mi ha anche detto che ha il marito disoccupato. Il che di questi tempi non è poco. Oddio, loro non se la passano proprio male, però è un bel colpetto, trovarsi senza un cazzo da fare a 50 anni.

Me ne vo a letto. Che tristezza.

Tuesday, May 10, 2005

Riflessioni su NYC

Sono ritornata.
Avrei voluto bloggare da quelle parti, ma non era molto fattibile: uscivamo la mattina per tornare il pomeriggio o la sera e non sarebbe stato proprio edificante mettersi davanti al computer per cercare di mettere insieme quattro parole. Meglio passare il resto della giornata a fare altro, francamente.
Sono stati dieci giorni molto intensi e pieni di belle cose da vedere. Dentro di me avevo immagini di Edith Warton, Taxi Driver -- in pratica Scorsese. Ma si sa, io sono fatta così: o libri o film, e la realtà pura passa attraverso di loro.
Il Met, il MoMA, il Guggenheim...che delusione, ti aspetti questa spirale liscia e specchiata, quasi dovesse essere di acciaio piuttosto che di cemento, e la trovi disuniforme, addirittura quasi un po' scabra, con quelle patacche di consolidamento di un altro colore, e l'arripizzamento ti sembra un sacrilegio. E sì che di annetti ormai ne ha parecchi, come volevi che fosse? Se anche Falling Water sta cadendo a pezzi...
A Ground Zero si respira un'aria di morte. Ma è tutto così stonato, la francamente eccessiva povertà del "tributo", in termini materiali -- quattro tabelloni scarni, in attesa della costruzione di un permanent memorial -- fa a botte con l'orribile ovvietà della retorica americana, e a chi la guerra l'ha avuta "in casa" più di una volta sola (penso a mia madre a Trieste, immagino i parenti di Mark a Hong Kong). onestamente tutta questa prosopopea appare leggermente irritante. Definire 9/11 come "the Day the World Changed" mi fa incazzare come una bestia. Sì, il mondo sarà cambiato, ma solo per loro. Loro, che la guerra l'hanno sempre esportata altrove, che parlano di poveri civili inermi. Cazzo, hanno sempre questo candore disarmante, quello che succede a loro deve per forza fare colpo, quello che succede in altri paesi non gli è mai interessato più di tanto.
Ma se vai a Battery Park e ti trovi faccia a faccia con la "Sphere" che stava nella World Trade Center plaza ti rendi conto della tragedia vera.

Saturday, April 30, 2005

Sono a New York e una volta tanto non preferirei essere altrove.
Sono anche parecchio phased out per via del viaggio allucinante che abbiamo fatto, il jetlag e il mal di gola che non mi abbandona.
Forse l'unica cosa che non va -- cacchio la tastiera del computer di Simon e' americana, mi tocca fare cose turche che odio fare e stare li' tre ore a cercare il tasto giusto -- e' il tempo piovoso, sebbene non molto freddo. Ieri c'e' stato un po' di sole ed e' stato bello passeggiare lungo il fiume. Abbiamo fatto colazione in questo posto vicino casa di Simon, io con questa fetta di cheesecake che avrebbe fatto resuscitare i morti, ed e' strano sentire le voci delle persone intorno parlare di Sicilia e magari di quanto desiderano andarci mentre io sicula mi trovo a New York...
Fare turismo da diporto con una figlia appresso ti restringe di molto gli orizzonti ma su questo non hai niente da fare -- molto da ridire, piuttosto.
Simon e Mark sono usciti a fare una passeggiata. Io sono rimasta a casa un po' per non lasciare Chiara sola un po' per non sfidare la sorte e non dare a questo mal di gola altre opportunita'. Mark si e' incazzato perche' mi sono messa a letto alle 6 e fino alle 10 non ho fatto che sonnecchiare, con lui che ogni tanto veniva a rompere i coglioni dicendomi alternativamente "adesso alzati", "almeno mettiti il pigiama", e altre cose che non ricordo.
Io so solo che un viaggio in America che doveva essere una passeggiata, se confrontato con le ventiquattrore di martirio dell'Australia, si e' rivelato una via crucis per via delle ore di ritardo accumulate, delle relative coincidenze andate in malora, dell'indigeribile "Philly cheesesteak" che ho avuto la felice idea di ingurgitare mentre eravamo all'aeroporto di Philadelphia in attesa dell'aereo che ci avrebbe portato a NYC -- anche lui con la sua ora e mezza di ritardo, naturalmente.
New York da quel poco che ho visto e' bellissima, si respira un'aria meravigliosa -- metaforicamente s'intende, dato il traffico bestiale. Noi ci troviamo nell'Upper East Side.

Monday, March 28, 2005

Pasqua fatta in casa

Non c'è niente di meglio di una Pasqua fatta in casa, dopo due settimane di lavoro matto e disperatissimo, e con la previsione che -- a parte questa breve sosta di tre giorni altrettanto disperatissimamente voluta -- l'ordalia debba continuare ben presto a ritmi forse anche più sostenuti di prima.
L'idea era quella di rilassarsi e basta, e soprattutto di non stare davanti al PC. Alla fine invece, dato che non ha fatto che piovere tutto il santo (ha!) giorno, ci siamo dovuti rintanare in casa, rinunciando anche all'agognato pranzo in terrazzino. La figlia pervicacemente impigiamata, noi vestiti alla bell'e meglio, i soliti vicini schiamazzanti, la TV accesa sul nulla. Piacevole pranzo acquistato a caro prezzo, ma almeno Mark ha fatto ferie anche lui.
È andata a finire che la passeggiata l'abbiamo fatta a mezzanotte, una scusa per andare a buttare carta e cartone, e l'abbiamo prolungata fino piazza Duomo deserta, con lo scroscio dell'acqua della fontana in sottofondo.

È andata anche a finire che, dato che non avevamo un piffero da fare, ci siamo messi a riformattare il mio pover compiùter, che proprio non ce la faceva più. Così domani mi si prospetta una bella mattinata di scaricamenti, installamenti e godurie affini.
In tutto questo, ho scoperto che un blog che leggevo con una certa regolarità ha un troianino che si fa vivo non appena cerchi di caricare la pagina. Che dire? Kaspersky non perdona. Mi dispiace per il blog -- a parte le amenità sulle reality e su Beautiful, che saltavo a piè pari -- ma "arrivederlilla"...

Tuesday, March 15, 2005

One-million dollar/euro question: ma perché io non posso -- in teoria, poi in pratica te ne fotti e lo fai -- postdatare un assegno e quei bastardi della mia banca, se decido di fare un bonifico via Internet con valuta di ieri, mi anticipano l'operazione al 9 marzo? Ma dico, siamo matti?
Vadano affanculo.
E vogliamo parlare di quegli altri cornutoni che rispondono al nome di compagnie assicurative? Alla faccia del libero mercato, assicurare la mia macchina nuova significherà porgere le natiche della sottoscritta al pubblico ludibrio. Certi siti che sbandierano un certo pseudo consumerism (nel senso buono del termine) si affannano a dirti che, se cerchi bene -- ma proprio bene, da starci ore, cazzo, aggiungo io -- riesci a trovare l'affarone, o comunque un premio che vada bene per le tue tasche. Magari. L'unica sarebbe fare questa cosa dell'assicurazione "ricaricabile", ma conoscendo i miei polli sarà un'altra fregatura.

Ebbene sì, stiamo per comprarci la macchina nuova. Probabilmente non succederà mai più, quindi dobbiamo decidere bene. E infatti siamo superindecisi. Attratta mio malgrado dall'illusoria sensazione di tronfia tranquillità che ti può dare una brand image, oscillo tra l'Opel Meriva e la decisamente bruttina Nissan Almera Tino, offerta a un prezzo stracciato da uno che secondo me è nato venditore di automobili e sta facendo di tutto per farcela comprare.

Vivere a Prato mi piace sempre di più e comincio a trovare inquietante il pensiero di tornare a Roma. La sento quasi ostile, senza quella nuance di città nuova ed estranea e tutta da scoprire che mi piaceva un sacco. Ieri sera, vedendo "La finestra di fronte" alla tele (minchia, serata rilassante: non mi mettevo davanti alla boite da un mese e devo dire niente male come effetto soporifero), le fuggevoli immagini di Roma mi facevano quasi venire la nausea. Boh, che dire? Speriamo bene. Bene, bene, bene.

Tuesday, March 08, 2005

Ah, chissà quante mentecatte stasera se ne vanno in pizzeria a sentirsi emancipate, toh!
E adesso c'è anche la riappropriazione del proprio corpo, scusate! Basta vedere un videoclip delle Destiny's Child per capire quanta strada hanno fatto le donne!
E basta vedere anche uno solo dei migliaia di videoclip di hip hop (e non) per capire che siamo ancora felicemente considerate un insieme di tette culi e cosce, grazie. Che passi avanti!
E se a un certo punto mi dicessero che in fondo il modo in cui gli uomini "guardano" le donne -- dalle immagini di un giornale a quelle di un film, dai manichini nei negozi alle persone in carne ed ossa per la strada -- è solo un inevitabile e necessario corollario dell'esistenza, mirato esclusivamente alla riproduzione della specie? Potrei anche crederci, così come credo che i "maschi" vedono nelle "femmine" essenzialmente degli oggetti sessuali (e viceversa).
Solo che devo ancora capire perché, se questo non è né bene né male, debba diventarlo -- nella testa dei maschietti, che ci continuano a scassare la minchia con questa storia delle madonne e delle puttane.
Inoltre spiegatemi perché mia figlia dovrà sopportarsi le indicibili schifezze che ha sopportato sua madre dall'età della pubertà in poi da una masnada di merde che si credono persone. E anche perché siamo morte a migliaia nei secoli, considerate solo procreatrici di eredi, streghe, adultere, zitelle...
QUESTA FESTA FICCATEVELA NEL CULO. Io non ne ho bisogno.
(Ah, che sollievo! L'ho sempre voluto gridare, e ora c'è un blog per farlo!)

Friday, March 04, 2005

Qui nevica e nevica e non pensavo di dovere arrivare a 44 anni suonati e provare il desiderio che venga al più presto la primavera.
Tutto sommato sembra che stia meglio di quanto mi hanno detto a Roma, a parte l'asmetta e le paturnie da menopausa. Ma perché la maggior parte dei dottori NON ASCOLTA i propri pazienti? Sono peggio dei ciarlatani, almeno quelli fanno finta.
Vedo che in giro sul web c'e odore di rivolta e velleità di cambiare nazionalità. Ahimè, magari fosse così semplice. L'avrei fatto anch'io da un pezzo, anche da prima del Berlusca e dell'arteriosclerosi della Fallaci. Bastava vivere a Cinisi per desiderare di essere nati nel Burkina Faso.
Poi, quando è arrivato il Berlusca con il suo codazzo di tirillusi (che non ho mai capito se ci fanno o se ci sono, e non so augurarmi quale delle due: entrambe le opzioni sono mostruose, a ben vedere, perché se ci fanno sono dei bastardi, se ci sono sono dei coglioni...) mi è montata su una tal rabbia...ricordo le discussioni violente con Nicola, e tutto quel gran parlare...tutto sommato non era poi anomalo che un ex-socialista (scusate, mi viene da vomitare) come lui si mettesse a votare per FI ("anche se so benissimo che è un filibustiere...": sì, d'accordo, ma il saperlo e il votarlo non è anche peggio?).
Cmq, ormai ho smesso di farmi il sangue marcio da un pezzo. Aspetto le regionali per votare (finalmente; non lo faccio da troppo tempo) e spero che ci sia un'altra alzata di scudi contro questi ignobili individui, almeno cominceranno a cacarsi sotto sul serio (!?!). Boh, al limite se ne usciranno con qualche altra boutade sulla diminuzione delle tasse. Sono tanto cretini che non capiscono neanche quando è il momento di ritirarsi con stile.
Mi ricordo quando andavo all'estero ai tempi di Cicciolina ed era tutto un prendere in giro perché avevamo la pornostar a Montecitorio...specie in Francia, che palle. Adesso la situazione mi sembra assai, assai più grave. Non ho parole. Ho smesso di guardare quel poco di televisione perché avevo la nausea. I telegiornali...RAI3 e la7, altrimenti è un'oscenità.
Per non parlare della radio...la radio è terribile. Senti tutti questi giovani giornalisti lecchini, con queste vocine lecchine, questi pensieri lecchini, che a malapena riescono a celare dietro questa parvenza di obiettività...non so Radiotre, non riesco neanche a prenderla in questo buco. Ci sono trecento frequenze per Radio Maria, ma di Radiotre neanche l'ombra.

Thursday, February 24, 2005

Minchia, giornata di cazzo, signori. Non ci sono White Stripes, U2, Led Zeppelin che tengano.
Con i REM non ci riprovo: mi stavo suicidando.
Non c'è molta scelta...che ne dici di "Butterfly Flutterby?" Mi butto sul repertorio per bambini, tanto ad età psicologica siamo lì.
La disperazione.
No, ma mi viene voglia di scrivere un'email e dire "scusate, ma perché dovremmo perdere altro tempo a rivotare, dato che ci stanno dicendo papale papale che la nostra decisione di maggioranza non verrà presa?". Solo per ufficializzare che siamo inculate con una marea di "mi astengo"? Ma che la facciano entrare pure e vaffanculo.
Certe volte le frecce, anche se sono irrimediabilmente spuntate, pungono e pungono. Ti ricordano spietatamente che nella vita non hai mai combinato un cazzo, non hai mai capito un cazzo, non ti sei messa in fila come gli altri per leccare i culi giusti e ci sei rimasta fregata, non sei scesa a compromessi e te l'hanno fatta pagare invece di darti la medaglia, e adesso sono tutti lì a commentare "che peccato, che peccato", e c'è anche chi se ne dispiace davvero, ma in fondo l'unica voglia che ha è dirti che te la sei voluta tu, perché hai la testa dura dura dura.
I tuttologi di turno -- la mia categoria professionale ne è piena, basta vedere certi annuari sul web -- avranno persino l'ardire di dirmi dove e come e quando ho sbagliato.

Sono troppo ingenua per questo mondo. Sono troppo piena di me, ma non so difendermi. Imbecille. Se avessi imparato a difendermi, avrei tratto qualche insegnamento da quello che la gente intorno a me continuava a fare. Invece ho pensato che essere crystal-clear con gli altri e con se stessi fosse l'unica strada percorribile. E ho sbagliato. Come al solito non sono riuscita a vedere più in là del mio naso. Il lato pratico della questione. Un comportamento come il mio sarebbe stato (lontanamente) praticabile se avessi avuto dieci anni di meno. Se fossi stata giovane, incosciente e spensierata. Ancora una volta sarebbe stato bizzarro, perché chi era giovane, incosciente e spensierato faceva tutto l'opposto, ma magari avrei avuto qualche limitata possibilità di successo. Ma non potevo immaginarmi che sarei riuscita nel mio intento a trent'anni suonati.

Proseguendo in questo atteggiamento da kamikaze, mi vien voglia di lasciare l'associazione perché onestamente mi ripugna ritrovare con la dicitura di "stimati colleghi" persone che una decina di anni fa mi hanno inculato, mi hanno fottuto lavoro, hanno fatto quello che io non ho fatto mai per farsi le ossa alla faccia di tutti. Osservo certi comportamenti di Daniela e sono esattamente quelli. Io sono stata una madrina sui generis per lei. Adesso è facile dire "fa' come ti pare e fottitene, tanto nessuno ti darà la medaglia". Ed è così. E non è un caso che lei stia cominciando a lavorare sul serio. Le ho dato le dritte, le ho detto di lanciarsi su combinazioni che io non avrei mai considerato per me. Ho capito da quello che diceva su alcuni aspetti di questo lavoro che era sulla strada giusta per riuscire.

Intendiamoci, questo mi fa piacere per lei. Ma cionondimeno mi lascia tanta amarezza. Perché questo dimostra come io avessi la possibilità di farcela come tutti, solo che mi sono trincerata dietro la deontologia e la "serietà", e questo invece di darmi entusiasmo e coraggio mi ha atrofizzato.
Fondamentalmente, però, non ero "promettente" a sufficienza da trovarmi la madrina adatta. Il paradosso: all'inizio ero così promettente che la gente si spaventava di me. Il mio potenziale era lì, e avrei dovuto nutrirlo con scaltrezze e bugie. Anche chinare la testa, diciamolo pure. Grin and bear it.

Cosa posso dire? Certo non un "grazie". Nè a me, né a tutti quelli che, nel bene e/o nel male, hanno contribuito all'ingloriosa fine di questa mia abortive carriera.

Tuesday, February 15, 2005

Meglio Sally la Porca o l'emogasanalizzatore di ultima generazione?

Riemergo da un lavoro atroce che come al solito mi ha portato ad appiattirmi culo, morale e cervello fino alle sei di stamattina. È ben pagato e non mi posso lamentare, ma è anche stato stramaledettamente intenso, rognoso e tight tight tight.
Avevo detto che avrei sacrificato un weekend al mese sull'altare del lavoro (e della grana): bene, quello di febbraio me lo sono giocata, e pesantemente. Sono completamente svuotata e medito la morte. L'idea che domani debba tornare sulle scartoffie per un altro manuale puzzone di un puzzone "dispositivo medico" mi fa star male.
Le cose ritornano a marciare, e se tutto quanto bolle in pentola arriverà a cucinarsi a marzo avrò qualche soldino per rimpinguare le mie ahimé assai misere finanze.
Come al solito il grosso viene dai manuali, ma ho fatto anche un po' di farmacologia, e poi il settore dell'entertainment, in cui lavoro a singhiozzi, mi ha regalato la gradita sorpresa di tradurre il primo copione di film porno della mia vita...interessante perché ti pagano al minuto, e in questo caso c'erano molti minuti in cui non c'era bisogno di sottotitolare un bel ciufolo (oh god oh yeah wait-wait-wait oh that's so good oh yeah)
Devo dire che mi sono annoiata a morte. E poi, checcazzo, almeno i maschi in questi film fossero dei surchi! No, quelli - come ha detto Mark giustamente - sono tutti nei film porno gay, of course! C'erano questi tapini con delle facce teribili...immagino che sia un caposaldo dei film porno: le donne sono tutte delle gran fighe ma i maschi devono far cadere il latte alle ginocchia altrimenti quei poveri coglioni che se li guardano come fanno a identificarsi?
Insomma, mi sono annoiata e non mi sono arrapata neanche un po'. L'idea comunque era carina, con una popputa protagonista che trasmette da una radio pirata - anni settanta, California, musica vagamente psichedelica - programmi spinti, e la polizia che cerca invano di acciuffarla. Va a finire che lei si fa un agente in onda all'insaputa del poverino, che viene radiato dall'LAPD a calci in culo.
Comunque il film si chiama "The Dirty Mind of Young Sally".

Tuesday, February 08, 2005

quanto mai ridicolo constatare che non ho bugger all da fare eppure non ho neanche il tempo per aggiornare my weblog...tra l'altro dovrei riformattare il disco e fare il Grande Passo da Norton a Kaspersky, anche perché non ho intenzione di ripagare l'abbonamento alle def. virus ancora una volta...cmq, oltre il confine con il cyberspazio, da questa sponda di actual reality, le cose sono molto caotiche e ancora molto fisiche: molti malanni, molti pochi soldi, molto stress, ecc. ecc. Nulla è cambiato, o quasi.

Thursday, January 20, 2005

Alla Hoop

Hanno tolto il reparto pescheria alla Coop, icche mi dispiace. Il pesce non era male, anche se magari non ci trovavi la roba chic. Però era abbastanza fresco e costava certo meno che al Superal. Ho saputo anche che ci sarà un ringiovanimento dello staff, e questo invece potrebbe essere un vantaggio, dato che le lunghe code alle casse sono spesso dovute alla citrullaggine congenita di molte addette. Già che l'età media del cliente Coop si attesta sui 60 anni...li vedi tutti lì in fila (più o meno: c'è sempre l'arzillo che cerca di fotterti, maledizione a loro) con i loro carrellini pieni di roba che ti viene la pietà: due arance, un pacco di pasta, una lattuga, una scatola di biscotti, una busta di latte scremato, e magari due cosciotti di coniglio se hanno preso da poco la pensione. Oggi ne ho visto uno che faceva la spesa per il mese: qualche pacco di carne e otto vasetti di yogurt alla frutta, e dopo un po' ci ha ripensato e ha riposto una delle due confezioni di caffé in offerta speciale. Hanno tutti 'sti centesimi di euro stipati in portamonete di varie fogge e colori, che estraggono quasi con fatica e con rassegnazione dalla tasca nel momento fatidico in cui la cassiera, che se non sta messa male a spiccioli sta sempre messa male a matematica, sfodera il suo: "12 euro e 37. Che ce li ha 37 centesimi?". E aprono 'sti portamonete e dentro riesci a intravedere una marea di nichelini, che per arrivare a 37 centesimi staremo qui fino a Pasqua...

Friday, January 07, 2005

Rentrée

Siamo nuovamente qua, nella bella Italia dagli aeroporti coi cessi otturati di merda e i pavimenti luridi di gromme; abitata da gente gesticolante e urlante, tanto presa da sé da non vederti neanche e spingerti e urtarti di frequente, ma in un modo così discreto da non pronunciare mai, dico MAI, uno "scusi", anche di sfuggita, per ipocrita che sia; gente geneticamente incapace di mettersi in coda, sempre alla ricerca dello scapicollo, laddove può, oppure allo sgattaiolamento (più o meno) furtivo, pur di infilarsi prima di te...

Saturday, January 01, 2005

Down Under Part 2½

Solo per dire che mi sento un po' come in un romanzo (e non dico il titolo) di Yunichiro Tanizaki...