Friday, November 12, 2004

Non ho tempo, non ho tempo, né per me mé per altri, sono alle prese con questo copione del cazzo con questi americanazzi scafati che parlano a manetta e ad ogni frase non sai se parlano sempre di buchi ed ero oppure magari la loro vita ha qualche altra finalità segreta che io non riesco a intravedere. Il peggio è che neanche Mark riesce a sondare questo insondabile. Mi sa che mi tengo sul vago. ODIO mantenermi sul vago! Non è professionale (ha!) ma soprattutto mi fa andare in bestia. Poi è una di quelle cose che fra i veri addetti ai lavori (e ahimé il mio cliente ne ha qualcuna niente male) salta all'occhio come niente...in questi casi è meglio la collaborazione stretta, sient'ammè...del resto dubito che anche loro ci capiscano qualcosa.
La storia è davvero un coacervo di misfortunes fra questi hobos che viaggiano su e giù per l'America by courtesy (si fa per dire) delle varie compagnie ferroviarie: c'è chi si inciucca, chi si buca, chi racconta cazzate a manetta - storie di combattimenti all'ultimo sangue nel Vietnam senza però esserci mai stato - chi parla coi cani (e bene fa), chi dà lezioni di amicizia, chi guadagna soldi e se li spara in minchiate, chi fa car crashes allucinanti, perfino chi si innamora e chi fa figli. C'è anche chi viene lasciato dall'amata e chi muore, of course. La Vecchia Signora dal Sorriso è sempre presente, in storie come queste.
Un bella botta di vita per me che ho il culo appiccicato su questa orribile ma costosissima sedia di plastica, scomoda come lo possono essere soltanto le costosissme sedie di plastica con tanto di nome del designer sul retro.
Va', va' che mi vado a rifare la vita (quella fra fianchi e busto, per intenderci) in palestra.
Anna mi messaggia dalla Germania in preda all'isteria, Sara ha un'infezione intestinale e lei è ritornata al suo ruolo di round-the-clock mama. Hai voluto il nido? Adesso beccati un annetto di svariate infezioni. Leggi dell'immunologia. Non c'è miglior terreno di coltura per i bugs che un bell'asilo nido dove decine di bambini si scambiano reciprocamente i mocci.
Sembra che io e le mie amiche ormai non facciamo altro che parlare delle nostre figlie. Domenica scorsa è venuta Daniela e non abbiamo fatto altro che parlare di nidi, lettini, pasti, vestitini...e pensare che solo quattro anni e mezzo fa mi trovavo con lei in un ristorante kosher, al riparo da una gelida notte fiorentina, e certo a tutto potevamo pensare tranne che a questa fine.
Comu n'arriduciemmo...
Ah, dovrei lavorare venerdì 26 a Roma. Gentile concessione di chi vorrebbe entrare a far parte dell'Olimpo (???) dopo anni passati a sputtanarsi e a fottere lavoro stariffando. Così va il mondo. Le stariffatrici prosperano e adesso ti offrono anche il lavoro. Tu, che sei stata deontologicamente perfetta fino al costo della fame - letteralmente parlando - sei naturalmente costretta ad accettare. Fanculo.

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