Tuesday, November 16, 2004

Non mi riesce molto bene, scrivere questo blog. Forse dovrei davvero ritornare alla carta e penna, sicuramente ci metterei molto più tempo ma forse sarebbe un esercizio molto più salutare per i miei neuroni.
Ho da circa dieci anni ormai questo convincimento, cioè quello di essere schiavizzata dal computer e dalla sua velocità. Nonostante questo uso continuo, poi, non riesco ad assimilare veramente nulla che venga da me letto sullo schermo di un computer. Diciamo pure che ho qualche difficoltà anche con la carta stampata: nei momenti di maggiore stress mi riesce difficile anche la pagina di un giornale...la mia mente si perde nei meandri delle mie paturnie e non ne esce più, e io arrivo a fine articolo e non ci ho capito un cazzo. Stessa cosa dicasi per i libri: ormai devo leggere qualcosa che ne valga la pena, altrimenti usare un libro o un potente sonnifero per me è lo stesso. Ultimamente solo Cordwainer Smith mi ha dato un brivido. Adesso sto leggendo l'ultimo di Elizabeth George, e sono un po' dolori, e si sviluppa anche la sindrome da vicious circle: ve l'immaginate voi leggere un giallo in questo modo, con intere pagine passate allo scanner dei miei occhi senza che capisca una beneamata mazza di quello che leggo? La storia va tutta a puttane, e di conseguenza l'interesse va scemando sempre più, in un crescendo di incoerenza e confusione. Inglese, italiano...fa lo stesso.
'Sta cosa, dicevo, mi dura da tantissimi anni, e non so se attribuirla al decadimento cerebrale di cui mi sento decisamente vittima -- e come non potrei non farlo, se faccio un paragone con la rutilanza delle mie facoltà mentali durante i miei anni di studio? -- oppure solo a una questione psicologica e non organica. Se fosse esatta quest'ultima ipotesi, dovrei cominciare seriamente a considerare la necessità di elargire i miei soldi a qualche shrink. Se invece la prima possibilità dovesse essere quella giusta, allora le cose diventerebbero più problematiche riguardo all'identificazione delle cause. Io ci metterei anche il mio lavoro al computer, per quanto questo mi sappia di luddismo stonecold, però che ci posso fare?, ho questa forte impressione.
Ho tra l'altro un forte craving che mi prende quando la mattina mi sveglio. Adesso, per esempio: sono le 8 e mezza e sono qui davanti al computer. D'accordo, sto facendo una cosa che mi va di fare, però sono anche leggermente incazzata, perché potrei farla davanti a un quaderno e con una penna in mano. Va bene, non sarei così veloce, non riuscirei a seguire i miei pensieri così rapidamente ed efficacemente come faccio con una tastiera. Non riuscirei neanche a fare un editing decente dei miei pensieri. Però sarei più autentica, più naturale. Il mio pensiero non si infrangerebbe contro la plastica, ma seguirebbe l'ondeggiare dell'inchiostro sulla carta, si prolungherebbe naturalmente su di essa. In poche parole, mi farebbe molto più bene. Alla mente, al cuore, agli occhi.
Non abbiamo fatto niente di particolarmente eccitante nello scorso weekend, ad eccezione di una puntatina nella Chinatown di Prato, il che mi piace sempre tanto. La giornata era bella anche se molto ventosa, Chiara in stato di grazia, Mark molto affettuoso, io discretamente on the loving side, abbiamo fatto bisboccia di roba cinese come i pazzi, andando a finire in questa rosticceria dove vendono davvero the real thing. Poi domenica sera abbiamo avuto a cena un ennesimo ospite "international", per la gioia di Chiara che sta ridiventando, con sollievo devo dire, molto socievole. Non so perché -- anzi, il perché lo so, ma è sordido, quindi non intendo scavare a fondo -- ma mi ero immaginata questa Ano come una stunning blonde di quelle per cui Mark sbaverebbe. Invece era una ragazza abbastanza anonima, timida quanto basta, dall'aria molto innocua, decisamente poco articolate in inglese (non capisco Mark quando mi fa notare che il mio inglese perde colpi e poi definisce gente così "fluent"...).
Da oggi sono ridiventata disoccupata, ma potrei cominciare a prepararmi per il convegno. A proposito, nessuna notizia. Resto nel mio convicincimento che la tipa abbia combinato un gran casino con le persone che ha chiamato...a me importa ben poco, l'importante è che mi dica che devo fare, the sooner the better.
In compenso è arrivato un po' di ossigeno in banca: due pagamenti, entrambi inattesi. Restano in sospeso numerosi altri. Devo preparare altre fatture.
Vorrei dire tante altre cose ma adesso non ce la faccio. Se continuo ad alzarmi alle sette forse riuscirò a farlo.

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