Tuesday, December 28, 2004

Down Under Part 1

Ieri mattina sono stata svegliata dalla pioggia. Pioggia è un eufemismo; diciamo piuttosto una violenta scarica di acqua -- suppongo gelida quanto basta -- che è durata per un periodo non meglio quantificabile, essendo io in realtà in stato semicomatoso. Ebbene, siamo all'inizio dell'estate australiana, e qui fanno 16 gradi. Lo dico per tutti quelli che pensano che io me ne stia in riva al mare a prendere il sole. Certo sto molto meglio di chi ha scelto di andarsene alle Maldive.

Melbourne, con i dovuti termini di capovolgimento, si trova alla stessa latitudine di Trapani. Purtroppo però tra lei e il Polo non c'è un continente (a sua volta dotato di un mare interno, catene montuose, ecc. ecc.), bensì una distesa di mare piatto. Le conseguenze di questa particolare disposizione geografica possono essere disastrose. Come ha detto ieri Mark T, siamo vicini alla fine del mondo. Lì all'orizzonte, oltre Port Phillip, c'è l'Antartico, cazzo.

Quando qui soffia vento da sud non è lo scirocchino nordafricano, bensì una gelida massa che ti intorpidisce le membra. Mentre quando il vento comincia a soffiare da nord, cioè dall'interno desertico, i termometri salgono di 10-12 gradi nel giro di poche ore. Qui lo chiamano warming up. Una bella esperienza: esci alle dieci di mattina tutto contento per il teporino primaverile e a mezzogiorno hai la lingua di fuori perché ci sono 37 gradi.

L'unico vantaggio, per una come me che ha subito l'insulto delle torride e perenni estati palermitane, quando non hai scampo alla calura neanche di notte, è che qui il tempo è MOLTO mutevole. C'è il warming up, certo, ma massimo entro un paio di giorni hai il cool change: ed ecco che ti ritrovi in una situazione molto simile a quella attuale. Che dire? Tutto sommato la preferisco alla monotonia dell'estate dell'altro emisfero. Però se uno è metereopatico può anche rimanerci secco.

Le giornate passano tra un turbinio di amici di Mark, Simon e Mark T, con un ritorno ai vecchi tempi -- ah, il buon sano etilismo di una volta -- e scorpacciate di specialità culinarie, soprattutto asiatiche. Domani, per esempio, dim sum. Meraviglioso. L'altro ieri, giapponese. Chiara ha gradito moltissimo. Ha anche provato ad usare i chopsticks, con notevole successo. Stasera io e Mark rimaniamo a casa e ci facciamo un take away tailandese. Magari con l'aggiunta di qualche Cascade.

Due giorni fa siamo andati a un barbecue, o barbie, come dicono qui, perché qui si accorcia tutto, è un po' come con il tedesco in Svizzera o in Schwabien: il Natale è Chrissie (giuro), i regali non sono presents ma prezzies, e via di questo passo. Nice introduction to Aussie culture. Qui naturalmente per Natale si fa un barbecue, non si fanno né tortellini né lasagne. Salsiccie, bistecche, gamberoni, crayfish. E tanto, tanto alcool.

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