Friday, December 24, 2004

Facendo finta che le paturnie per il bagaglio irrimediabilmente perso mi siano finite, spendo un po' del mio preziosissimo tempo di relax per fare un po' il punto della situazione.

Qui sono le undici di sera e abbiamo appena finito di impacchettare quattro regalucci per i parenti -- nonché per i parenti dei parenti che, secondo un saggio detto della mia terra, "ammia 'un mi vennu nenti". Però siccome domani sono lì a rompere i coglioni con noi, gli si deve pure dare un gettoncino di presenza.

Accanto all'alberuccio di Natale ho messo il regalone per Chiara, che tra parentesi continua a fare qualche confusione e a chiamare l'albero di Natale "Babbo Natale" oppure "Kismastaim". E' il primo anno che manifesta qualche entusiasmo per la ricorrenza e mi fa molta tenerezza. A differenza dell'anno scorso la preparazione dell'albero l'ha vista partecipe e consapevole (fino a un certo punto), affascinata dagli ori e dagli argenti e dagli scintillii vari. Immagino che l'anno prossimo sarà ancora più coinvolta. E che soprattutto non potremo andare con lei a comprarle i regali...

Domani arrivano Simon e Mark T, da New York e da Londra rispettivamente (minchia rincoglionimento) e la grande famiglia G sarà riunita, immagino per una delle ultime volte. Sono molto contenta per Mark perché per lui è una cosa importante. Ieri l'incontro con sua madre è stato molto commovente. Per quanto l'Alzheimer galoppi lei l'ha riconosciuto, e anche oggi, non appena l'ha visto, ha sorriso (mentre due secondi prima, vedendo me e Chiara, non aveva dato segni di vita). Muovendomi nella sua casa, con tutti quei pizzini applicati qui e là per ricordarsi le cose, nella sua scrittura appena un po' tremolante, fra le sue fotografie, mi sento un po' come se sia già morta e noi stiamo lì fra le sue cose che sanno di vecchio e di passato. Non so che impressione mi faranno quando sarà veramente morta e magari mi ritroverò ancora in questa casa. Avere l'Alzheimer è molto come morire. Ho visto svanire il suo senno nei quattro anni che l'ho conosciuta. Non avrò mai di lei l'idea di una persona "normale", e mi dispiace tanto. Da quanto mi sembra e da quanto so non deve mai essere stata una persona duci ri mussu, facile da prendere, easy to please. Chissà. Però Mark la ama molto e ieri, mentre davanti a me camminavano abbracciati, pensavo a quanto sarebbe bello avere ancora la mia, di madre, quanto meno per sapere se anch'io mi succhiavo le dita come Chiara.

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